"Tre donne, Nicole Garcia l'ex-moglie, Isabelle Ferrari l'amante in procinto di raggiungere il club delle ex, e Marie Gillain, la figlia. Nel Grand Hôtel di Cabourg si è rifugiato lui, Jacques Higelin: molto noto in Francia come cantante, arruffato e pasticcione come un vecchio signore dai fastidi grassi e dalla sessualità improbabile, il che non gli impedisce di stare con un'amica della figlia liceale. Che il film sia improbabile non è forse così importante; più irritante, che coi guai in circolazione questo genere di astrazioni passino il tempo a disquisire del sesso degli angeli. Oltre che, naturalmente, del loro.
Doillon ha fatto del ritratto femminile (non per niente i titoli dei suoi film iniziano quasi sempre con "La"...), dell'elogio dell'energia della donna, dell'analisi di comportamento dell'intimo, dell'osservazione del gioco di seduzione portato ai limiti del pudore, una costante della propria opera. Qui muta il "La" in "Un": e ricade in quell'intellettualismo insopportabile che aveva dimenticato affrontando la realtà quotidiana del suo splendido LE PETIT CRIMINEL."